In uno stato intermedio

Mi capita di svegliarmi di notte, durante il sonno, ma non all’improvviso, bensì galleggiando, per qualche tempo, in uno stato intermedio in cui sopravvivono i contenuti psichici del sonno e, allo stesso tempo, una forma embrionale di coscienza. E’ come se qualcosa si staccasse da me e, in qualità di spettatore, osservasse l’altra parte di me che è ancora immersa nel sonno, senza però avere ancora attivato tutte le facoltà della coscienza. Da una lucidità ancora compromessa dal sonno e priva d’identificazione con l’oggetto delle sue osservazioni non vengono né un giudizio né un tentativo di pilotare ciò che sta percependo la parte ancora semi-incosciente. Sono due in uno e mi lascio trascinare, privo di volontà. L’altra notte mi sono ritrovato all’improvviso in questo stato intermedio e, a poco a poco, sono emerse immagini a contenuto erotico. Svincolate da ogni tentativo di controllare da parte del mio io cosciente, che pure stava a guardare inerte, mi è sembrato di fluttuarvi dentro e di esserne completamente avvolto. Possedevano, nella loro purezza incontaminata da pensieri e da desideri, una curiosa plasticità e concretezza – anche se pare strano usare questo termine riferito a dei fantasmi emersi in un tale stato intermedio -, tanto da apparirmi più reali della realtà. Davanti ai miei occhi chiusi sfilavano le immagini di un indefinito corpo maschile, nudo. Ricordo in particolare la solida consistenza delle gambe, le cosce pelose, gli organi genitali, e tutto quanto mi si presentava con una vividezza e un nitore tale che, per qualche attimo, ho avuto la sensazione di poterli toccare. Era come se avessi la percezione tutta interiorizzata di un'esperienza che normalmente si fa con i sensi, come se i sensi fossero un guanto e io lo calzassi dall'interno. Si è diffuso, dentro di me, un senso di benessere e un piacere incontaminati da qualsiasi contenuto mentale di secondo grado: non era, insomma, come quando la mia mente, se sono sveglio, si aggancia per un istante a un’immagine simile – magari suscitata da una visione reale, nel mondo esterno – e continua a seguirla, passando il testimone alla volontà e al desiderio sessuale conscio che cominciano a tesservi una serie di fantasie fino a consumarla. Si è trattato piuttosto di una forma di contemplazione che mi è giunta gratuitamente, un’emersione dalle profondità di me stesso, e che mi si è offerta come un dono, per il breve tempo che è durata. Perché poi, purtroppo, è avvenuto il passaggio definitivo da questo stato intermedio allo stato di veglia cosciente. Ora che l'esperienza è passata, mi spiace di non riuscire a trovare le parole per poterla descrivere adeguatamente e fermare: qualsiasi cosa io dica cozza contro il limite di ciò che non è esprimibile.

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